15 febbraio – Il ceramista di Vietri che non ama i limoni

«Le mie ceramiche? Non sono fatte a mano! Di più,  sono firmate una per una da me. Ci metto la faccia».

Vietri sul Mare. La porta della Costiera amalfitana. Un luogo dove si respira storia e ceramiche.

Benvenuto Apicella continua la tradizione di famiglia: Raffaele, il padre, ha iniziato nel 1943.

«Lavorava con un’azienda storica di Vietri sul Mare, la ceramica Pinto. Io ho iniziato questo lavoro nel 1984, a 14 anni. Ma già a 7 anni giravo per il laboratorio».

Benvenuto però ha cambiato: «Loro facevano gli operai, io faccio l’artigiano». Cioè ogni opera è diversa dall’altra. Anche a costo di rinunciare a qualche cliente.

Infatti guai a parlare a Benvenuto dei limoni. «Io realizzo scene di vita quotidiana. I limoni stanno nei giardini», sorride. E puntualizza: «I negozi a Vietri sono tanti, ma noi artigiani no, siamo in via di estinzione. Se realizzassi limoni, ne venderei tantissimi. Ma a me non piacciono. Io realizzo oggetti di arredo, oggetti di uso quotidiano, come le stoviglie. I miei prodotti sono “prodotti di coscienza” …».

E la coscienza dice che si vende solo quello che si produce. «Non partecipo alla saga dei turisti, punto sul passaparola».
Il negozio è sul corso principale di Vietri ma si trova in un portone, un po’ nascosto. «Francamente non ci tengo a vendere la tazzina a un euro, anche perché come artigiano non ce la faccio proprio a produrla. Dovrei fare un altro mestiere. Mi dispiace dirlo perché ci sono tanti ex collegi artigiani che si sono omologati, si sono messi a vedere la tazzina a un euro, il piatto a tre euro, ma l’artigiano è un’altra cosa. I fatti sono due: o io non so fare l’artigiano o mi devo mettere a fare il cinese e faccio finta di fare l’artigiano. Io sotto ogni pezzo ci metto nome e cognome: Benvenuto Apicella. Non ci scrivo “dipinto a mano”, io ci metto la faccia. Altri ci scrivono dipinto a mano, ma se venite in negozio vi faccio vedere la differenza».

Benvenuto da dieci anni insegna l’arte della ceramica vietrese ai detenuti del carcere di Salerno. «Ogni anno andiamo alla galleria Umberto di Napoli per vendere le ceramiche che realizziamo. E torniamo sempre con le buste vuote», sorride. “I detenuti di Fuorni non possono venire a Napoli a vendere, non possono uscire dal carcere. Però durante il corso si appassionano, forse per via della magia, la magia per cui dal nulla esce fuori un oggetto. Molti corsi sono stati tagliati. Il mio e quello di teatro invece resistono. A me piace tanto insegnare là».

2 comments to “15 febbraio – Il ceramista di Vietri che non ama i limoni”
  1. conosco molto bene il collega Benvenuto,anche io come lui girovagavo nella bottega del padre,ma al di là di tutto questo,benvenuto nelle sue opere traspare la passione di chi ne ha fatto una ragione di vita.

  2. La passione, l’arte di Benvenuto e la tradizione della sua famiglia, noi ce la siamo portati a PAROS in Grecia. Nel nostro ristorante , le sue ceramiche , portano la nostra costiera in tavola. Colori e calori che solo la magia di Benvenuto Apicella sa dare. Grazie di cuore

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